Il medico di Michael Jackson pronto a collaborare con la giustizia

08.02.2010 11:09

Colpo di scena e di quelli grossi nell’indagine sulla morte di “Jacko” avvenuta in circostanze del tutto misteriose nel Giugno del 2009.  Ufficialmente è stato un infarto a stroncare Jackson ma sin da subito i sospetti si sono concentrati sui medici, in quanto il re del pop  era solito fare uso di grandi quantità di farmaci, soprattutto sonniferi. In specifico sarebbero proprio i farmaci, secondo la teoria dell’accusa, ad aver provocato l’arresto cardiaco;   sembrerebbe che Michael  non fosse  più in grado di assumerli, che il suo corpo non sopportasse più.

E’ il Propofol il tranquillante incriminato;  in sostanza è un anestetico molto meno dannoso dei barbiturici , più assimilabile e più velocemente smaltibile dal corpo, ma nonostante questo le condizioni fisiche di Jackson  anni non ne avrebbero permesso ulteriori assunzioni.

Il Dott. Murray, medico  che aveva in cura il cantante e principale sospettato oggi ha dichiarato di essere pronto a collaborare con le autorità, alle quali si consegnerà spontaneamente nel caso fosse indagato di omicidio colposo.

Murray, cardiologo, era a fianco di “Jacko” nel momento del trapasso e avrebbe sostanzialmente deciso di “accettare” l’accusa, nel caso venisse formulata, una decisione “imponente”, molto coraggiosa, addirittura strana forse.

Stiamo cercando di cooperare nel modo migliore possibile, ma non abbiamo la minima idea di quanto succederà. Non siamo stati contattati, nè abbiamo ricevuto alcuna richiesta da parte delle autorità. Ma con tutte le voci che circolano in questo periodo, Ed (Edward Chernoff, avvocato di Murray) ha ritenuto fosse meglio per il Dr Murray trovarsi a Los Angeles in questo momento“. Questo è quanto a dichiarato la portavoce di Murray che, nel caso, verrebbe accusato di gravi negligenze nell’esercizio della professione medica . Totalmente esclusa comunque la volontarietà.

Murray ora si trova a Los Angeles, ufficialmente per incontrare legali e familiari, ma il collegamento con quanto dichiarato dalla portavoce Miranda Sevcik  è limpido, in quanto le autorità a cui dovrebbe eventualmente consegnarsi sono quelle della città californiana, sono loro infatti ad indagare sul caso che, per sdrammatizzare con una citazione, ha veramente tutte le caratteristiche di un  “thriller”.

A.S.

 

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